Crono Mito Atlantis

Abbiamo voluto realizzare il bel sogno che avevamo, avvolti nella bellezza della nostra Toscana, terra di artisti che hanno trasformato la bellezza in opere d’arte.
Il tempo in Toscana sembra fermarsi, incantati dai paesaggi  dalle nostre città, dall’aristocratica Lucca, alla storica Firenze.

Tutta la bellezza, arte, vita, storia, che l’uomo ha saputo esprimere ha dato tempo all’infinito. 
Le ore scandiscono le nostre giornate e abbiamo bisogno di viverle nella quotidianità o di fermarle per il piacere della vita.
Per controllarle cercavamo un orologio che potesse essere davvero unico ed esclusivo.
Chi meglio di un artista lucchese poteva crearlo? Chi meglio di artigiani Toscani potevano realizzarlo?

Fabrizio Orlandini fa parte di quella cerchia di artisti lucchesi che accomunati da un particolare patrimonio genetico sembrano allontanarsi dalla realtà per rifugiarsi nella favola e nel sogno tipici dei luoghi della sua meravigliosa città per diventare pura poesia.
Dopo il diploma all’Istituto d’Arte Passaglia di Lucca nella sezione di scultura, ha frequentato L’Accademia di Belle Arti di Firenze e i laboratori orafi d’Arezzo assorbendo le antiche tradizioni e  nuove tecniche.
Ha insegnato per un breve periodo all’Istituto d’Arte di Pietrasanta entrando in contatto con la migliore tradizione artigiana nei laboratori del marmo e nelle fonderie.

Seguendo l’esempio dei grandi Maestri del Rinascimento, esperti nelle varie discipline artistiche, Architettura, Scultura, Pittura, e Oreficeria, si forma quella vasta preparazione tecnologica fondamentale per la sua attività.
Fabrizio Orlandini sa che la bellezza del creato e il senso dell’esistere è attraverso l’arte che possono giungere fino a noi.
Vibra - nelle sue opere - la grandezza e la bellezza dell’uomo, la passione per la materia, la qualità e la bontà del lavoro.

PAOLO LEVI (Artisti e Opere 1998 - Cataloghi d’Arte Contemporanea - Giorgio Mondadori Editore) così lo descrive: “Fabrizio Orlandini è uno scultore e creatore di gioielli, dove l’intelligente fantasia della forma si rinnova costantemente. I suoi disegni - composizioni raffinate chiuse e concluse - rappresentano sovente l’anticamera delle più importanti sperimentazioni plastiche e dei suoi preziosi monili.”

MATTEO CORATI..L'alchimista era chiamato “artefice” e questa scienza era comunemente definita la “grande opera”. Già l’uso di questi termini è indicativo dell'analogia che nella mente degli artisti poteva delinearsi, tra il modello mitico dell'alchimia e la loro attività creativa. Come si fa a non notare una simbiosi tra l’opera eclettica di Orlandini e questo modus operandi e vivendi, così come la sua ricerca spirituale che passa attraverso antichi miti e antiche culture.